Questo blog vuole offrire uno spazio di approfondimento, discussione, riflessione, su molte delle problematiche affrontate durante il corso e per introdurne delle altre. Uno spazio didattico quindi ma non solo. Il titolo del blog richiama la necessità che internet sia un luogo-non luogo destinato a tutti, che tutti possano accedere alle rete, che tutti abbiano il diritto alla conoscenza e al sapere e a partecipare all'intelligenza collettiva che internet realizza. L'intervento giuridico deve essere ridotto al minino, la legge statale deve intervenire solo per prevenire e punire la commissione di reati. La vera regola che vige sulla rete è la capacità di autonomia, il senso di responsabilità, di educazione e di rispetto delle regole di netiquette.


martedì 18 ottobre 2011

Per una gestione responsabile del Web

L’avvento e lo sviluppo di Internet sta trasformando e capovolgendo il nostro mondo e il nostro quotidiano. Tutto può trasformarsi in una sfida globale, che necessita di una risposta globale e coordinata. Tuttavia, fino ad oggi, il dibattito sul quale dovrebbe essere la forma di questa risposta comune rimane poco focalizzata e frammentata.

Il Regno Unito è convinto che questa situazione debba cambiare. Vi è un immediato bisogno di un più ampio consenso internazionale, di un impegno collettivo che coinvolga gli attori più importanti della Rete. Questo è il motivo che mi ha spinto ad invitare al Convegno di Londra su Internet, che si terrà il primo e due novembre prossimi, non solo rappresentanti dei governi, ma anche membri della società civile e del mondo imprenditoriale. Nessun governo o Paese può da solo fornire risposte adeguate a questa situazione. Insieme dobbiamo cominciare a capire come proteggerci dal crimine e dagli attacchi contro la sicurezza in Internet, senza però soffocare gli stimoli innovativi e conservando i benefici economici e sociali derivanti dall’uso di Internet.

Il numero delle persone con accesso ad internet è aumentato incredibilmente: da 16 milioni di utenti nel 1995 sono oggi quasi 2 miliardi. Questo rapido sviluppo della Rete, unitamente al suo enorme potere connettivo, ha creato grandi opportunità economiche e sociali che non saremmo stati mai in grado di prevedere meno di vent’anni
fa.
L’ampliamento di questo nostro mondo interconnesso è assolutamente nell’interesse di tutti: si stima che per ogni 10% di aumento nel numero di persone con accesso alla banda larga, il PIL globale crescerà in media dell’1.3%, oltre ad incoraggiare la competizione e l’efficienza e a creare accesso a nuovi mercati.

Le industrie basate sul web rappresentano già una fetta significativa delle nostre economie. In più, la Rete stimola l’innovazione e la creatività, oltre a contribuire ad educare intere generazioni, fornendo soprattutto un rapido accesso a informazioni e idee. Solo attraverso Google, vengono effettuate più di 1 miliardo di ricerche ogni giorno.

La nostra dipendenza da Internet ha attenuato l’importanza dei confini geografici e delle tradizionali barriere culturali e religiose, unisce famiglie e amici e facilita l’interazione tra coloro che hanno simili interessi e preoccupazioni. La Rete ha cambiato il nostro modo di comunicare.

Internet ha incoraggiato la trasparenza nei comportamenti e ha permesso agli individui di poter giudicare i propri governi. Per alcuni le opportunità fornite dalla Rete sono ancora più rilevanti. La Primavera Araba ha dimostrato come la possibilità di condividere le idee abbia portato a dei cambi inimmaginabili e abbia permesso a dei cittadini normali di ribellarsi all’oppressione dei propri regimi autoritari, mostrandone la brutalità al mondo intero.

Nei Paesi in via di sviluppo, l’accesso alla Rete ha già promosso dei cambiamenti positivi, prospettando a molti un futuro migliore, fornendo opportunità di formazione e educazione alle comunità rurali, facilitando il monitoraggio a distanza di pazienti affetti da HIV e la previsione dell’insorgenza di malattie.

La crescita di questo nostro mondo interconnesso ha però generato anche delle importanti sfide, che ne mettono a repentaglio i benefici, e che possono impedire in modo molto serio l’utilizzo del vasto potenziale offerto dalla Rete.
Negli ultimi anni si è fatto molto per aumentare la connettività globale. Tuttavia il digital divide è ancora considerevole: il 95% degli islandesi ha accesso a Internet a fronte dello 0.1% dei liberiani, mentre due terzi della popolazione mondiale è ancora off-line.

La Rete fornisce inoltre una serie di opportunità ai criminali, che ne fanno uso per rubare identità e idee, defraudare governi e aziende, e per sfruttare le fasce più vulnerabili delle nostre società. I danni finanziari causati dai crimini on-line sono cospicui, ammontando nel mondo a circa 1 trilione di dollari ogni anno. Il prezzo in termini di vite umane è di gran lunga superiore. I terroristi usano la rete per organizzare attacchi omicidi e inondare le chat con ideologie velenose al fine di reclutare le nuove generazioni.

I governi repressivi fanno uso del rapido sviluppo tecnologo per violare i diritti dei loro cittadini, limitandone la privacy e la libertà di espressione e impedendo loro quell’accesso all’informazione che molti di noi danno per scontato. L’avanzare della tecnologia ha inoltre aperto agli Stati nuovi canali per lanciare attacchi reciproci, per danneggiare le rispettive infrastrutture o per rubare i segreti, creando quindi paura per una ‘guerra cibernetica’. La minaccia è reale: ogni mese i network del governo britannico ricevono all’incirca 20.000 attacchi via e-mail, di cui 1.000 inviate proprio allo scopo di danneggiare i nostri network.

Non intendiamo sottovalutare le difficoltà che il futuro ci riserva. Alcuni Paesi non condividono il nostro parere favorevole sull’impatto positivo di Internet. Raggiungere la necessaria ampia intesa a livello internazionale non sarà un compito facile. Ci vorrà del tempo.

E’ questa una delle maggiori sfide dei nostri tempi. Non vi è nessun controllo su Internet, e non possiamo lasciarne il futuro al caso. Abbiamo la possibilità di assicurarci un futuro audace e innovativo, ma ci troviamo anche davanti al rischio che Internet venga utilizzato come strumento per arrecare danni. Se intendiamo proteggere e preservare le straordinarie opportunità offerte dalla Rete, dobbiamo iniziare ad agire ora. A Londra, speriamo di delineare un’agenda che permetta al mondo di godere appieno dei benefici di una Rete protetta e sicura per tutte le generazioni future.

di WILLIAM HAGUE
Ministro degli Esteri britannico

sabato 16 luglio 2011

La Rete ti ruba la memoria (quella vera)

Perché dovremmo fare uno sforzo mnemonico se c’è qualcuno che lo fa per noi? Al pari del calcolatore, che ha impigrito le abilità matematiche, ora la Rete sta infiacchendo significativamente la memoria degli esseri umani che delegano sempre più ogni sforzo di apprendimento ai motori di ricerca. Il che preoccupa molto gli esperti che in uno studio americano della Columbia University di New York delineano il ritratto di un mondo futuro malato di amnesia e sostenuto da una grande memoria collettiva e digitale. Come spiega Betsy Sparrow, autrice della ricerca, la Rete è divenuta una sorta di memoria transattiva: una memoria esterna, comoda e utilissima che fa tutto al posto nostro.

LO STUDIO - Un team di ricercatori ha effettuato infatti alcuni test su un gruppo di giovani, verificando sul campo come la memoria e la capacità di apprendimento si siano adattate a Internet. In un primo test sono state fatti a 46 studenti della Harvard University una serie di quesiti su argomenti sparsi, riscontrando che quanto più le domande erano attinenti a termini legati a Internet (come Google, Yahoo, ecc), quanto più i ragazzi si dimostravano lenti e inefficaci nelle risposte, mentre alla vista di parole estranee alla Rete (come nike o target) si registrava nelle risposte maggior prontezza. Nel secondo e nel terzo esperimento gli studiosi hanno sottoposto ai volontari alcuni quiz sui quali sarebbero stati poi interrogati per verificare le informazioni ricordate. Nel corso dell’esperimento i ragazzi avevano il permesso di prendere appunti su un pc (offline), ma a un gruppo è stato detto che gli appunti sarebbero stati salvati, mentre all’altro gruppo è stato sottolineato che le note sarebbero state cancellate. Come prevedibile i due gruppi hanno reagito in modo differente e il gruppo sicuro del salvataggio ha automaticamente dimenticato maggiori informazioni, forte del sostegno del computer. Mentre gli altri, facendo di necessità virtù e aguzzando l’ingegno, hanno trattenuto una maggiore quantità di dati.

NUOVI PARADIGMI - Secondo la ricerca, pubblicata su Science, il web ha rivoluzionato anche il modo in cui la nostra mente organizza e archivia i ricordi e a forza di rivolgerci ai motori di ricerca ci stiamo abituando anche a memorizzare le informazioni utilizzando nuovi paradigmi. Dunque non solo il cyberspazio sta mandando in pensione la memoria, ma sta anche sovvertendo l’ordine delle informazioni in fatto di importanza. E così del film Casablanca, anziché ricordare il regista (Michael Curtiz) è probabile che rimarrà impresso il nome del sito consultato per saperne di più. Inutile dire che sarebbe più importante ricordare Curtiz, ma tutto è relativo. In un mondo che ragiona per parole chiave e in cui il lavoro di archiviazione che dovrebbe fare il nostro cervello viene svolto da Google e colleghi, è forse più utile tenere a mente il modo in cui ritrovare un’informazione dell’informazione in sé. Michael Curtiz in fin dei conti è «solo» l’autore di uno dei film che ha fatto la storia del cinema. Ma a cosa serve ricordarlo? Google lo sa benissimo.

Emanuela Di Pasqua
Corriere della Sera
16 luglio 2011